lunedì 23 novembre 2015

#H-earth tesse il futuro sostenibile



Sono una gran curiosa, mi piace capire le cose dal di dentro e per questo, quando ho letto dell'esistenza di capi realizzati in fibre naturali (mais e riso), non credevo ai miei occhi! Emiliano Santi, titolare dell'azienda H-earth di Prato, ci spiega come si possono creare indumenti "green".

Come nasce l’idea di realizzare capi in fibra vegetale? 

L’idea nasce per due motivazioni principali: la prima è quella di portare avanti la produzione sostenibile dell’azienda, che da generazioni ha sempre lavorato il tessile e poi, la seconda è quella di promuovere la sostenibilità, non solo nei materiali utilizzati, ma anche, nelle tecniche di lavorazione, con un riciclaggio totale dei rifiuti di scarto e con piena tutela dei lavoratori.

Qual è stato il tuo obiettivo?
Ho cercato di soddisfare le nuove esigenze dei consumatori, sempre alla ricerca della qualità e di materiali anallergici, per combattere la notevole comparsa di varie patologie dermatologiche. Da qui, l'avvicinamento alla natura.
Chi ti ha aiutato in questa nuova impresa?  
Dovendo creare un prodotto innovativo, che sposasse salute ed ecologia, ma allo stesso tempo diverso dal “classico” cotone, ho chiesto il sostegno della dott.ssa Silvia Bulgarelli. Lei si è occupata delle ricerche e delle sperimentazioni di nuovi tessuti e materiali.

Quali sono state le difficoltà affrontate? 
All’inizio, come qualsiasi novità nel mercato, la difficoltà maggiore è stata quella di farsi conoscere, far decollare un prodotto innovativo, unico nel suo genere, riuscire a vendere, nonostante le diffidenze iniziali .
Cosa realizzate nello specifico?
La nostra produzione mantiene, fin dall’inizio, la collezione base di intimo (slip, coulotte, canotte, top, brassiere, intimo-uomo). Nel corso degli anni, abbiamo aggiunto una linea sportiva (canotte donna/uomo, leggins, pantacollant) e di recente i collant in seta vegetale e i nuovissimi calzini in fibra di eucalipto!


Che tipo di clientela si avvicina ai vostri prodotti? 

Persone attente a ciò che indossano e che sposano la filosofia sostenibile a 360°,vegani e vegetariani, gruppi GAS, sportivi e persone con problemi dermatologici. Ma, anche chi cerca le novità nel mercato, che ama i capi semplici, ma allo stesso tempo al passo con la moda!
Quali sono le caratteristiche che rendono unici i vostri capi? 
La peculiarità e la novità della nostra produzione è il tessuto che utilizziamo: la fibra di amido vegetale. Si tratta di un tessuto innovativo, ecologico e naturale, termoregolatore, ipoallergenico e traspirante, antibatterico naturale e anti odore. La sua particolarità è quella di possedere anche delle caratteristiche tecniche, quali la capacità di eliminare il sudore in pochi secondi, lasciando la pelle sempre fresca e asciutta. Abbiamo ritrovato quindi i vantaggi delle fibre sintetiche in un tessuto completamente naturale!


Dov’ è possibile acquistare i vostri articoli? 

Ricerchiamo e ci appoggiamo a negozi, bio-profumerie e negozi di abbigliamento sostenibile, che propongano alla clientela prodotti eco. Abbiamo già diversi rivenditori in tutta Italia. In alternativa abbiamo lo shop on-line dal nostro sito www.h-earth.com per tutti coloro che non hanno un rivenditore nelle vicinanze. Siamo inoltre presenti in moltissime fiere della Toscana, ma anche  a quelle importanti come: “Fa La Cosa Giusta" di Milano, "Sana" di Bologna, "Biosalus” di Pesaro-Urbino. La fiera è un momento preziosissimo per noi: non solo ovviamente per farci conoscere, ma anche per interagire con i clienti, con altre realtà eco e con negozianti di tutta Italia.

Progetti futuri? 
Il nostro sogno nel cassetto è quello di aprire un negozio, una sorta di “intimissimi” ma al naturale! Il primo passo è quello di perfezionare ed espandere le nostre collezioni. Le prossime idee sono ampliare la linea sportiva, creare articoli di fascia alta e pensare ad una linea per bambini, molto richiesta. La nostra azienda è costantemente impegnata nella sperimentazione su nuovi tessuti, nuove forme, nuove idee, nuovi materiali innovativi, per migliorare costantemente la produzione.


Il piacere di indossare qualcosa di "#naturale" passa attraverso i capi H-earth abbigliamento!
                                                                                                                                             (Vittoria)


mercoledì 18 novembre 2015

#Simona Sanfilippo: incantatrice di sogni



Spesso, mi chiedono come faccio a "trovare" i protagonisti del mio blog, e la mia risposta è sempre la stessa: "mi lascio guidare dal mio gusto e dal mio intuito!" Anche questa volta, è andata così; ho visto le #illustrazioni di Simona Sanfilippo (in arte Tissi) e incantata dai suoi lavori, l'ho intervistata. 

Quando e come ti sei accorta che la tua "strada" era quella del mondo del disegno?
Che mi piacesse disegnare si è capito presto! Il mio ricordo più lontano va alla scuola elementare, quando guardavo affascinata le mie compagne che copiavano alla perfezione i disegni dei libri. Le ammiravo e volevo tentare anch'io.
Ma la scintilla si è accesa, quando mio padre, mi propose di usare i suoi colori ad olio. Io avevo circa 12 anni e quel momento mi sembrò magico. So, che ho sempre amato disegnare, ma la via verso la mia professione si è aperta giorno dopo giorno, con fatica, ricerca, testardaggine ed anche un pizzico di fortuna.





Quanto ti hanno sostenuto i tuoi genitori nella scelta di questa carriera? 
Se mio padre mi ha dato gli strumenti per innamorarmi della pittura, devo dire che mia madre mi ha instillato l'amore per la storia dell'arte. Entrambi, comunque mandarono in crisi la mia forte razionalità facendo emergere il mio lato creativo dormiente ed io, li ringrazio infinitamente per questo.


Qual è stato il tuo percorso di studi?
Durante gli anni delle medie e delle superiori uscivo raramente e dipingevo tanto. Alle superiori optai per gli studi di grafica pubblicitaria. Dopo il diploma, frequentai corsi pomeridiano/serali di disegno naturalistico, anatomico, acquerello, fumetto ed illustrazione, mentre al mattino lavoravo. Poi un giorno si presentò un'occasione d'oro: iscrivermi all' Istituto Europeo di Design (IED) a Torino, dipartimento d'illustrazione. Da quel momento sono stati 2 anni di studio serrato e produzione di illustrazioni in diversi settori. Poi il diploma di laurea, la ricerca del lavoro vero e proprio e la prima pubblicazione retribuita.


Come sono stati gli anni della "gavetta"?
Quelli in realtà sono stati gli anni più duri, perché introdursi nell'ambito lavorativo dell'illustrazione, qui da noi è difficilissimo. Io ho girato fiere per anni, fatto colloqui e lavoretti saltuari provando più volte il desiderio di fare un falò con tutto il portfolio. Però ho tenuto duro, anche quando mi sono ritrovata sola! Poi dopo aver dedicando un intero anno alla ricerca di editori interessati, sono stata fortunata, perché ho trovato un'agenzia londinese, che mi rappresenta e che crede nel valore del mio lavoro.

Dove trovi l'ispirazione?
L'ispirazione viene principalmente dal mondo che mi circonda , quel che vivo e si sedimenta in me. Tutto diventa d'ispirazione, ecco perchè amo viaggiare: i luoghi e le situazioni aumentano l'esperienza, d'ispirazione appunto. Un ricordo può arricchire un disegno con l'emotività,  ma a  volte, basta anche una passeggiata "sgombra-mente" a creare ispirazione.

Cosa c'è dietro al disegno, oltre la tecnica figurativa?
Ad esempio, se si lavora ad una fiaba classica, si va a vedere come è già stata trattata dai libri e dai film, poi ci si documenta sull'epoca storica e sui costumi relativi. Anche se la storia è di fantasia, necessita di appigli reali per calare il lettore in un universo verosimile. Occorre conferire alla stessa, una certa sostanza vitale. Una storia, più diventa ricca, più alimenta la sua bellezza e la sua capacità del portarci a dubitare della sua finzione!
Cosa significa essere disegnatrice? 
Per me essere disegnatrice significa trasmettere un messaggio (tramite forme, colori, impostazione del disegno) ma, soprattutto poter comunicare emotività.
E tu, come ti definiresti?
Mi definirei un artigiano delle immagini o un pittore d'emozioni.
Non perché io pensi di essere un moderno Leonardo Da Vinci, non lo sono per nulla, però amo creare e provo piacere nel dare vita a qualcosa.
E dato che, come dicevo, la vita è emozione, beh, tutto torna, no? In realtà, io sono solo una persona comune che cerca di tenere vivi i molti sogni che ha, mentre sta in equilibrio fra i conti da pagare e le favole da illustrare.
Quanto è importante l'emozione trasmessa da un disegno?

Personalmente ritengo l'emozione come una scintilla di vita e quindi, se riesco ad inserirla nella mia immagine, avrò una possibilità in più di parlare e di arrivare al cuore, di chi commissiona prima e di chi legge poi. Comunicare tristezza, gioia, noia, diffidenza, allegria, preoccupazione o qualsiasi altro stato emotivo, aiuta, secondo me, a valicare i confini del disegno in sé. Certamente un bel disegno fa piacere, ma al cuore e al cervello arrivano prima ancora altre cose, più sottili e delicate. Ed è lì il posto in cui mi diverto!
Cosa vorresti che ti commissionassero?
La mia duplice anima  ha due desideri distinti al momento, entrambi molto forti: il primo, che mi vengano affidate le fiabe classiche della tradizione nordica, ed il secondo, illustrare qualcosa di mitologico. La mitologia greca mi affascina tanto, così come anche tutto il filone delle leggende arturiane.
Per acquistare le tue creazioni?
Oh, grazie per aver riservato un angolino anche per il mio handmade. Le mie creazioni si possono trovare tutte sullo shop : 
Il secondo è sempre più aggiornato, perché lì posso condividere molto in fretta quel che realizzo e mostrarlo agli amici, che me l'hanno richiesto.

I sogni si realizzano se alimentati da passione e tenacia, e a volte, si materializzano in un disegno!

                                                                                        (Vittoria)







lunedì 16 novembre 2015

#Artedì con Tatiana Stoppa ferma il tempo

Si può fermare il tempo? Pare proprio di sì, guardano le originali creazioni di Tatiana Stoppa.
Gioielli in stile liberty realizzati con componenti di vecchi orologi ed altri materiali di recupero, che conferiscono un fascino e un'eleganza unici ai suoi gioielli. Per questo ho voluto intervistarla e conoscerla meglio.



Come nasce la tua passione per i gioielli? 
Personalmente non amo i gioielli nel senso tradizionale del termine: metalli e pietre preziose. Quel che mi appassiona sono i manufatti artigianali, realizzati anche, con materiali diversamente preziosi, da mani esperte e menti creative, come quelli che il mio babbo, mi portava dai paesi meno abbienti del mondo, nei quali trascorreva lunghi periodi di lavoro. Lui era un carpentiere. 





Come mai hai scelto di riciclare orologi? 

I materiali che rielaboro capitano un pò per caso, come molti altri oggetti che acquisto nei mercati delle pulci (piccoli utensili, placche decorative di mobili antichi, chiavi, porzioni di vecchi lampadari, accessori vintage, ecc). Gli orologi conservano il fascino del tempo che è stato e portano i segni del loro trascorso raccontando storie. Un altro aspetto, che mi affascina, è il fatto che nell'era del pre-consumismo ci fosse più attenzione al dettaglio e alla bellezza. Inoltre le cose erano pensate per sopravvivere a colui che le possedeva per passare di mano in mano.



Dove trovi l'ispirazione?
La traggo ogni giorno osservando dal macro al microcosmo. Ma i momenti migliori sono quelli che trascorro negli ambienti naturali.È tutto li: le forme, gli accostamenti di colori, gli equilibri. A me solo il piacere di coglierli.

Hai una bottega, un negozio?

Ho un laboratorio nel quale conservo tutti i miei infiniti materiali. Questo è prevalentemente un luogo di produzione, ma accolgo anche i clienti e realizzo workshop a richiesta. Si tratta di laboratori pensati per piccoli gruppi di amiche, mamme, figlie (anche uomini a volte), che vogliano creare da sè i propri gioielli. Io metto loro a disposizione spazio, materiali, strumenti e la mia professionalità. 




Che tipo di clientela acquista le tue creazioni?
Donne e uomini anche molto maturi, che acquistano per sè o per donare ad amici e parenti. Le mie clienti in genere cercano qualcosa di unico, che le rappresenti e le contraddistingua, che le stupisca e le faccia sorridere. Sono persone inizialmente attratte dall'estetica (orologi), dall'originalità (orecchini miniabiti e accessori), dalla simpatia (linea matite) o dalla stravaganza (gioielli con utensili) di ciò che osservano; poi si prestano a conoscerne anche la filosofia. Quello è il momento in cui si crea il legame tra creazione e persona. 


Ultima domanda: come è possibile acquistare le tue creazioni?

E' possibile conoscerle ed acquistarle nel mio laboratorio (nel quale ricevo su appuntamento), in alternativa mi si può raggiungere in occasione degli eventi ai quali partecipo. Nel periodo natalizio, per 10 gg (5 dic-13 dic) sarò nell'area Moda e design, all'Artigiano in Fiera (Fiera Rho-Pero). Il 22 novembre sarò all'East-Market, in via Ventura a Milano. In alternativa si può visitare la mia pagina fb "Artedì: Arte in divenire", scegliere ed ordinare. Io provvederò poi alla spedizione. Infine, alcuni miei articoli sono esposti in vari negozi d'Italia.

Spingersi oltre l'apparenza delle cose, cercare la vera essenza della bellezza e darle una nuova vita, tutto questo è possibile con Artedì.
                                                                                                                                                                                                                                                                                          (Vittoria)





venerdì 13 novembre 2015

#Antica Cereria Mosca "fiamma viva" dell'artigianato




Ogni volta che incontro i protagonisti dei 
miei post, è sempre un'esperienza unica.

Chi mi conosce bene, sa quanto ami le candele, e in questi anni di Secretee, ho sempre cercato un ceraio, che mi facesse emozionare con le proprie creazioni, senza mai riuscirci. Poi, ho scoperto Giovanna, titolare dell'antichissima "Cereria Mosca" di Busto Arsizio, ed ho deciso di incontrarla personalmente .












La sua piccola azienda, è all'interno di un cortile storico. Appena sono arrivata, varcando la soglia del portone, ho avuto la sensazione di aver fatto un salto indietro nel tempo.

Mi ha accolto Giovanna sorridente ed elegante, che con grande cordialità mi ha mostrato un luogo speciale e raccontato, la storia della sua famiglia.

Artigiani dal 1847, si sono specializzati nella produzione delle candele, tramandando di padre in figlio, arte e trucchi del mestiere: partendo da quando, un tempo, le candele erano più che altro "ceri" per le funzioni religiose, fino ad arrivare ai giorni nostri, ed essere considerate componenti d'arredo.


Giovanna ha preso le redini della sua azienda, in un momento in cui tutto stava mutando, e per dare una svolta, e non disperdere il lavoro di secoli e storia della sua famiglia, ha dato una nuova impronta alle creazioni, allargandosi e spingendosi più verso una produzione artistica d'eccellenza.

Le sue candele spaziano fra giochi di colore ed essenze naturali, lasciando però impresse ed inalterata, l'impronta di una lavorazione artigianale unica nel suo genere, una sorta di stile riconoscibile fra mille, quella tipica lavorazione voluta da suo nonno prima e da lei ora.

I tempi cambiano e bisogna adeguarsi, mantenendo però saldamente radicate le radici nel nostro passato, come ha fatto Giovanna: seguendo gli insegnamenti di chi prima di lei, ha affrontato un mestiere non sempre facile.

Continuare una tradizione come quella della famiglia Mosca, è voler garantire la presenza di un artigianato vero e sapiente, di cui la nostra economia ha bisogno; perchè è grazie a queste realtà, che si possono creare le fondamenta per un'economia concreta e vincente.

Conoscere Giovanna è stata un'esperienza incredibile, che mi ha permesso di vedere in lei, quella fiamma viva dell'arte, che continua a bruciare speranzosa di essere alimentata.                                                                                                                                     (Vittoria)


lunedì 9 novembre 2015

"Le Palle" per tutti!

Avevamo proprio bisogno di una visione spiritosa ed ottimistica della vita,  ed è così che ci siamo imbattute nelle creazioni di Roberto Balocco.
 Scopriamo insieme come è nato il suo brand #"le Palle", tutto made in Italy, fuori dagli schemi,  originale e provocatorio.
Roberto, ha lavorato per circa vent'anni nel mondo della grafica, fino a quando un giorno, ha un'intuizione: usare il modello delle le tipiche palle natalizie, per diffondere frasi di uso comune.  
Avvia, così, una produzione di magliette, taccuini, tovagliette, ecc., riscuotendo, inaspettati consensi su più fronti.

                
 La chiave del successo è stata la scelta dei prodotti top quality da utilizzare, infatti, ha preferito rivolgersi solo all'eccellenza della sartoria (per le t-shirt) e della rilegatura (per le agende e taccuini). Tutti questi divertentissimi articoli, sono disponibili per l'acquisto nelle librerie indipendenti, nei concept stores e naturalmente sul suo sito www.lepalle.it
"le Palle" non si fermano a Torino, ma è già iniziato un tour, che le porterà in giro per le città del Nord Italia. 
Vi  segnaliamo l'appuntamento di Padova
Roberto ha sfidato la "crisi" ed ha vinto, diffondendo sorrisi ed ottimismo!
                                                                         
                                                                                                             (Vittoria)